RECENSIONE "Nella vita degli altri" di Michele Bravi

Buongiorno e buon Giovedì lettori!!!
Bentornati sul blog :)
Finalmente sono iniziate ufficialmente per tutti le vacanze di Pasquaa!!! adesso posso essere più attiva sul blog e poi fra una settimana partirò per Milano e sono super felice di tornarci. 

Come avrete letto dal titolo, oggi sono qui per portarvi una recensione di un libro che ho letto qualche settimana fa e che è stato davvero molto interessante.
Il romanzo in questione è "Nella vita degli altri" di Michele Bravi. 
Anche io come voi sto iniziando a pensare che in questi periodo,scrivere libri sia la moda del momento. Ne stanno uscendo a bizzeffe sia da youtuber o influencer sia da cantanti e attori.
Non vi sto a negare che, su alcuni di questi, i pregiudizi hanno la meglio ma ce ne sono altri ai quali ho voluto dare di proposito una possibilità, per capire cosa sanno costruire realmente le persone che li scrivono.

Adesso vi metto qui la copertina del libro e la trama, che, tra l'altro, è la cosa che mi ha colpito di più dopo il titolo.


TRAMA
Quanto c'è di noi nella vita di chi ci sta attorno? Quanto c'è degli altri nella nostra vita? Qual è la distanza che intercorre tra il modo in cui noi ci vediamo e il modo in cui gli altri ci guardano?
Domande che riguardano il gioco degli specchi e che prendono forma in questo romanzo, che racconta, con consapevolezza e una poesia inedite, i temi dell'identità e dell'immedesimazione.
Al piano terra di una palazzina di cemento squadrata e piena di finestroni e di inferriate, c'è la panetteria del signor Bisacco. L'odore del suo pane si inflitra
tra le fessure strette dell'intonaco crettato e gli spiragli degli infissi da sostituire, profumando e amalgamando la vita delle persone che abitano il condominio. L'edificio ha cinque piani e accoglie e racconta molte storie. Quella di Angelo, un uomo spaventato che vive la sua passione per la fotografia con gravità e sofferenza.
Quella della signora Vera, che viene da Padova ma che sogna Parigi e lussi impossibili. Di Achille, un uomo complesso che cerca nel cibo la sua vendetta contro il mondo. Quella della signora Eco, la cui bellezza nasconde una sottile punta di coraggio verso la Vita.
Cinque storie memorabili che si intrecciano e si rispecchiano tra immagini slegate e suoni sfarinati, descrivendo il caos di un uomo smarrito nelle sue profondità.

RECENSIONE 
Quando è stata annunciata l'uscita di questo libro tramite un post su instagram, lo stesso Michele Bravi ha spiegato che questa è una storia che non stava nello spazio di una canzone e per questo ha deciso di trasportarla in un libro.
Come avrete sicuramente letto, la trama è molto molto bella e a mio avviso intriga parecchio.
Sostanzialmente, il libro racconta volta per volta, tramite passaggi temporali che vanno da presente a passato, la storia di questi cinque personaggi che abitano la palazzina. 
Le storie raccontate da Michele sono tutte molto introspettive  in quanto ogni personaggio ha un vissuto diverso, di conseguenza ogni storia offre spunti di riflessione molteplici.

In particolare, una di queste mi ha molto toccata e coinvolta soprattutto a livello emotivo. Riguarda un personaggio che appare sempre molto burbero ma gettando uno sguardo al suo passato, capiamo che non è sempre stato quello è che è adesso, la sua vita era totalmente diversa ma purtroppo ci sono cose che segnano sempre. 
Non vi racconto altro perchè non voglio farvi spoiler; vi consiglio di leggere il libro.

Il modo in cui Michele Bravi scrive, è davvero moolto fiolosofico e per questo mi ha subito colpito e fatto centro secondo me.
Sembra davvero che questo libro sia una canzone, con l'unica differenza che dura di più. Tutto ciò lo rende attraente agli occhi del lettore. 
Lo stile di scrittura credo proprio che sia stata la mia cosa preferita in assoluto.
Tuttavia, però, mi è sembrato che non ci fosse una vera e propria struttura all'interno del romanzo, piuttosto una serie di cose scritte in successione, scanditi solamente da alternanze temporali tra il presente in cui succedono le vicende e il passato, nel momento in cui venivano raccontate le storie dei personaggi.

In ogni caso, io credo che sia davvero molto importante leggere questo romanzo in quanto la morale è davvero bella e, ripeto, offre degli spunti di riflessione pazzeschi.

Se decidete di leggerlo o se lo avete già letto fatemelo sapere qui sotto nei commenti cosi da poter aprire un dibattito rispetto alle mie e alle vostre opinioni sulla lettura.
Vi aspetto,

Lorena.  





Commenti

Post popolari in questo blog

Cos'è per me il Mare.

RECENSIONE "AMMARE; vieni con me a Lampedusa" di Alberto Pellai e Barbara Tamborini

BLOG TOUR + RECENSIONE: "Il giorno in cui ho imparato a volermi bene" di Serge Marquis